Tirrenia città del cinema

Pisorno – Cosmopolitan 1934-1969

da Mercoledì, 23 Marzo, 2016 a Domenica, 3 Luglio, 2016

Palazzo Blu, Pisa

Orari

Martedì-Venerdì 10.00 – 19.00 
Sabato-Domenica 10.00 – 20.00

Infoline mostra, prenotazioni visite guidate e laboratori didattici 050 2204650 

Una produzione Fondazione Palazzo Blu in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino
A cura di Giulia Carluccio | Periodo: Marzo – Luglio 2016

A partire dagli anni Trenta fino ai primi Settanta un capitolo importante della storia del cinema italiano venne scritta a Tirrenia, tra la pineta e il mare. Nel 1934, infatti, per volontà di Giovacchino Forzano, proprio a Tirrenia si costruirono gli studi cinematografici Pisorno (nome che univa idealmente le città di Pisa e Livorno), uno stabilimento modernissimo progettato da Antonio Valente, tra i primi in Italia ad essere
attrezzato adeguatamente per la produzione di film sonori. Negli anni successivi i set, le strade e le spiagge di Tirrenia si popolarono di attori, maestranze e divi dello schermo: da Doris Duranti a Gino Cervi, dai fratelli De Filippo a una giovane Virna Lisi. Il sogno di espandersi fino a creare una vera Hollywood sul Tirreno si infranse davanti alle difficoltà finanziarie e alla concorrenza di Cinecittà, fondata a Roma nel 1937.
A Tirrenia, tuttavia, si girarono più di ottanta film prima che la realtà della guerra irrompesse sui set: gli studi vennero infatti requisiti prima dai tedeschi e poi dagli alleati che li utilizzarono come magazzini militari.
Quando la produzione riprese, al termine del conflitto, il clima sociale del paese era completamente mutato e per celebrare la voglia di rinascita e leggerezza si puntò allora soprattutto sui film musicali, in molti casi interpretati da cantanti molto amati come Claudio Villa e Luciano Tajoli.
Negli anni Sessanta l’avvento del produttore Carlo Ponti, che rilevò gli stabilimenti ribattezzandoli Cosmopolitan, rinnovò le speranze di rilancio. Arrivarono a Tirrenia Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Marco Ferreri e persino Fred Astaire. Fu un breve momento prima della successiva crisi e della chiusura.
La moderna struttura progettata da Valente andò lentamente in rovina. Se ne ricordarono anni dopo i fratelli Taviani che proprio lì ricostruirono la Hollywood del loro film Good Morning Babilonia (1987).

Le vicende degli studi Pisorno-Cosmopolitan offrono un punto di vista inedito sull’intreccio di tre diverse linee narrative: la storia del cinema, la storia nazionale e quella del territorio. In parallelo i materiali in mostra potranno offrire anche riferimenti relativi alla coeva storia culturale, in particolare a quella dell’arte (attraverso per esempio le opere di Italo Cremona, Virgilio Marchi, Renato Guttuso o attraverso i riferimenti alla Pop Art in alcuni film degli anni Cosmopolitan) e ai progressivi mutamenti sociali (dal cinema del consenso degli anni Trenta-Quaranta ai movimenti giovanili di protesta degli anni Sessanta).
La mostra prevede che i film siano protagonisti, attraverso l’individuazione di una selezione di titoli emblematici che accompagnino lo spettatore anche visivamente attraverso la storia di Tirrenia. Gli schermi costruiranno un percorso visivo
mediante la presentazione di montaggi e di sequenze che dialoghino con gli altri materiali (foto, documenti, materiali di lavorazione) per rendere questi ultimi più leggibili e per restituire la complessità del lavoro di set.
A Tirrenia nel periodo considerato furono girati più di 160 film. Le produzioni girate a Tirrenia furono eterogenee: malgrado vi fossero registi e attori legati alla casa di produzione Pisorno che frequentarono con più continuità gli studi, negli stessi si susseguirono anche produzioni diverse, nazionali ed internazionali. Un elemento di continuità era comunque offerto dalle maestranze tecniche-artigianali cui si dedicherà una particolare attenzione: scenografi e arredatori, costumisti e sarti, montatori, operatori, elettricisti e tecnici del suono. Sarà anche l’occasione per introdurre il pubblico ai mestieri del cinema e alla complessità della macchina organizzativa che il cinema necessita.